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L’Idea

CARE SORELLE E CARI FRATELLI SCOUT,

interrogandoci sul senso della Promessa e della Legge, ci riconosciamo parte di un solo grande Movimento mondiale, educativo, interculturale e intergenerazionale.

Queste le considerazioni che, negli ultimi anni, ci hanno portato a maturare il desiderio di vedere in Italia uno scautismo unito, in pace con sé stesso.

Prima di essere un Movimento, lo Scautismo è un metodo educativo. Diventa un Movimento proprio perché il Metodo responsabilizza i giovani fornendo loro una visione, dei valori da vivere e degli ideali da perseguire come fraternità mondiale. Conserviamo l’essenza dello Scautismo solo se teniamo presente il suo obiettivo pedagogico. Se trascuriamo gli scopi educativi dello Scautismo, la materia prima del Movimento va perduta. D’altra parte, c’è Movimento solo se le nuove generazioni sono preparate a confrontarsi con la società che cambia e la proposta educativa si evolve con essa, preparando i giovani alle nuove sfide.

Baden Powell individuava nel raggiungimento della felicità il vero obiettivo della nostra vita terrena, ma «Il vero modo per ottenere la felicità», sottolineava nel suo ultimo messaggio, «è distribuire felicità agli altri».

«Cerca di lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo hai trovato» è l’invito che apre l’orizzonte a una dimensione collettiva di felicità.

Secondo la proposta Scout, la felicità consiste nella gioia di vivere, nel senso di “essere”, nella ricerca di un’armonia interiore, in un rapporto armonico con le persone che ci circondano e con la natura, l’intero ecosistema: l’esatto contrario di ciò cui spinge l’odierna società globalizzata neoliberale, consumistica ed edonistica, dove prevalgono l’individualismo, la ricerca spasmodica del successo economico e del potere, il consumo indiscriminato, lo spirito di competizione, che inevitabilmente conducono a intolleranza, prevaricazione, aggressività e violenza.

Un autoritarismo crescente, la negazione dei diritti umani e la regressione di molte conquiste sociali che sembravano consolidate, la crisi ambientale, la riduzione dell’accesso alle risorse vitali, la disuguaglianza e l’estrema povertà, le malattie e le epidemie, l’esclusione e la violenta repressione dei diritti e delle libertà sono congiuntamente alla base delle tensioni sociali e dell’intolleranza, dei conflitti interni e delle migrazioni.

I conflitti armati, a loro volta, alimentano le crisi che abbiamo descritto e ne sono alimentati, istigati dall’industria bellica e dalla finanza che l’alimenta.

Di fronte alle sfide che il mondo pone, un movimento giovanile ed educativo globale come lo Scautismo deve far sentire la sua voce. Deve saper proporre obiettivi educativi ambiziosi per aiutare le nuove generazioni ad affrontarli con successo. Invece, lo scautismo sembra spesso essere un mondo a sé, che non dialoga con la società, non conosce e non si lascia conoscere; nello scautismo di oggi “non c’è mai il tempo”.

Dobbiamo trovare il tempo.

Lo scautismo deve essere uno spazio dove i giovani possano sperimentare il servizio, la cooperazione e l’accoglienza della diversità; dove si viva il principio fondante di fratellanza universale. Invece a volte oggi c’è qualcosa che non torna: mancano lo spazio e le condizioni perché le persone si esprimano in libertà.

Dobbiamo trovare lo spazio.

Le associazioni più grandi sono strutturate secondo una logica piramidale, che segue dinamiche di esclusività e potere; per questo non è immaginabile dialogare con i vertici per arrivare alle persone sfruttando la loro organizzazione di comunicazione interna; per questo ci rivolgiamo direttamente ai gruppi, alle Co.Ca. e agli individui.

Il nucleo essenziale del Movimento Scout infatti è il gruppo locale, ed è a questo livello che intendiamo lavorare per l’integrazione. Fedeli al messaggio di B. P., dobbiamo ripensare anche l’organizzazione, per tornare all’ideale e al Movimento.

Per la realizzazione di questi obiettivi abbiamo avanzato la nostra proposta.

Ci impegniamo a fare del nostro meglio per lasciare dietro di noi quel “mondo migliore” che può derivare solo da uno slancio ideale e da un’azione costante. Uno sforzo ispirato ai valori e all’etica Scout, a cui ci impegniamo con la Promessa, ma che deve tradursi progressivamente – attraverso il gioco, l’avventura e il servizio – in una consapevolezza adulta e in un confronto individuale e collettivo con le sfide della vita e del mondo.